Entriamo in un’aula degli uffici di Cometa di Milano e vediamo tanti studenti, alcuni giovani e altri adulti, con la testa sui libri intenti a ripassare verbi, lessico, strutture grammaticali.
Alla lavagna c’è Tania, una solare signora ucraina, pennarello in mano e sorriso sulle labbra.
Da alcuni mesi insegna italiano ai tanti profughi che, in fuga dal conflitto ucraino, arrivano in Italia in cerca di una vita migliore.
Ci avviciniamo un po’ a lei e, sussurrando per non disturbare la classe, le chiediamo di raccontarci qualcosa in più sulla sua storia.
Tania è arrivata in Italia pochi anni fa e sin da subito, sfruttando la sua conoscenza dell’italiano, ha lavorato come traduttrice presso una comunità che aiutava i profughi ucraini.
Quando ha saputo che, a causa dello scoppio della guerra, anche in Cometa erano arrivate tante persone bisognose di un aiuto, non ha esitato ad accogliere questa nuova iniziativa e a rendersi disponibile come docente di lingua.
“Per me questa esperienza sarà per sempre unica e indimenticabile perché ancora una volta ho visto il grande cuore del popolo italiano, tanta voglia di aiutare e di fare tutto il possibile per integrare gli ucraini.”
Mentre ci parla i suoi occhi si muovono su tutti i suoi studenti e uno sguardo bonario li ravviva.
“Nelle persone ucraine ho visto tanta voglia e tanto coraggio nonostante tutto di andare avanti, studiando la lingua e cercando di costruire una vita più normale possibile.”
Tania sa, e ce lo racconta, che questo grande spirito di adattamento nasconde sotto di sé un desiderio, al contempo timido e flebile ma coltivato con grandissima speranza e forza: che la guerra finisca il prima possibile.
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