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“Lo stupore è la scintilla che ogni giorno ci fa aprire gli occhi.
Immedesimarsi con l’inizio semplice dell’uomo preistorico che osserva il cielo: è interessante domandarsi quando l’uomo ha cominciato a guardare il cielo.
Il gesto più semplice elementare, muto, silenzioso, che non lascia tracce, resti.
Quando hanno cominciato gli uomini a guardare coscientemente il cielo?
Per l’uomo preistorico il cielo è una presenza molto più imponente di come lo è oggi per noi.
Oggi abbiamo una distanza dal cielo stellato, una estraneità molto più grande rispetto all’uomo antico.
Per lui, ogni notte le uniche luci sono solo quelle del cielo.
Un rapporto quotidiano.
Non abbiamo tracce dirette ma indirette che ci dicono che l’uomo era un osservatore abituale del cielo: abbiamo delle evidenze di arte nell’uomo di Cro-magnon.
Forme eleganti, curate.
Picasso ha detto che c’è rimasto poco da aggiungere a questi disegni.
L’uomo antico era un osservatore attento del cielo.
Che cos’è quel nero, quel fondo ultimo del cielo, in fondo a tutte le galassie?
Si è scoperto che c’è un debolissimo segnale di luce, che è stata rilasciata dall’universo poco dopo l’inizio.
La forma dell’espansione dell’universo.
Il tempo fa parte della creazione.
L’universo è vivo.
Lo scorrere del tempo è rappresentato dal dilatarsi dello spazio.
L’evoluzione è il cambiamento.
Diventare non è opposto alla creazione.
Fa parte dell’essere creato dell’universo.
Una visione unita tra ciò che è creato e ciò che evolve.
La bellezza di uno sguardo unito sulla realtà.”
Marco Bersanelli
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