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ALLA SCOPERTA
DELLA SCUOLA “CRISTO REY” DI BOSTON

Negli giorni scorsi alcuni dei nostri docenti, insieme al Preside, si sono recati presso la Cristo Rey Boston High School per una 4 giorni di formazione su due temi fondamentali per il prossimo Campus Estivo Docenti: la preparazione e lo svolgimento della lezione.

Sono state 4 giornate all’insegna dell’osservazione, del paragone con un’esperienza di scuola diversa e allo stesso tempo vicina alla nostra, con lo scopo di formulare un’ipotesi di lavoro comune per tutti i docenti della scuola.

Un’esperienza di respiro e prospettiva professionale all’insegna della riscoperta del gusto di fare il lavoro più bello del mondo: insegnare!

Di seguito alcuni contributi raccolti dai docenti che hanno partecipato al viaggio, in seguito a questi intensi giorni di formazione ed incontro:

“Come chiediamo ai nostri ragazzi, anche noi, in questi giorni a Boston abbiamo appreso dall’esperienza. L’osservazione dei docenti, le simulazioni, le spiegazioni erano un insieme armonico, che aveva come fine il nostro apprendimento di tecniche per la gestione della classe e della lezione. La professionalità del docente non solo è necessaria, ma raggiungibile attraverso un lavoro chiaro, guidato e di squadra: con questo ritorno al di qua dell’Oceano!”

Letizia Ferri

Questi giorni alla Cristo Rey sono stati come un ritiro di squadra: osservando altri scendere in campo ne abbiamo studiati schemi e strategie; nelle sessioni di allenamento abbiamo poi testato ogni schema in diverse situazioni di gioco. Abbiamo imparato l’importanza di un approccio positivo nel determinare le sorti di una partita e la centralità dell’equilibrio fra attacco (stimolare un interesse sempre maggiore nei ragazzi) e difesa (mantenere un clima gestibile in aula) perché la squadra possa rendere al meglio. Per la corsa ai playoff ci siamo, con nuovi strumenti e la consapevolezza che, per imparare, serve la pazienza di poter sbagliare e riprovare.”

Federica Uboldi

“La cosa che mi ha colpito di più è una serie di tecniche messi insieme da tutti insegnanti che porta al risultato finale- l’apprendimento. Ognuno li usa al modo suo, adeguandoli alla sua materia, suo modo d’insegnamento e sua personalità come docente, ma in modo tale che in ogni lezione di varie materie si percepisce un certo ordine e logica. In più, c’è sempre un chiaro obbiettivo finale. Questo aiuta ai ragazzi a rispondere in maniera positiva alla proposta didattica. Come il corpo docente si cresce insieme con continuo aiuto delle osservazioni e dando un feedback costruttivo. In più, un sguardo positivo sui ragazzi, scuola e se stessi rafforza la fede nel riuscire a formare i futuri adulti!”

Ekaterina Grishanova

“Se penso a qual è il cuore dell’esperienza fatta in America quello che rimane è innanzitutto il metodo che abbiamo usato per imparare, come diceva Letizia, ma soprattutto il fatto che questo ha fatto nascere in noi una tensione a imparare l’uno dall’altro e il desiderio di guardarci di più. Da chi ci ha guidato abbiamo imparato a correggerci contando l’uno sull’altro crescendo ogni volta.”

Maria Chiara Gomaraschi

“Il primo pensiero riguardo a quest’esperienza è l’importanza del fare le cose. Il “fare” ha guidato l’intenso lavoro di questi giorni, dandoci modo di capire realmente quello che sta dietro ad una serie di tecniche. Su tutto, mi ha colpito la necessità di sentirsi studenti e non solo docenti nel momento in cui pensiamo e progettiamo le nostre lezioni.”

Adriano Oda

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