Classe 1982, Matteo Negri, per tutti “Teo”, è oggi uno dei più apprezzati scultori europei della sua generazione.
Fin da giovanissimo ha dimostrato una grande versatilità e una grande maestria tecnica nell’uso e, spesso, nella combinazione di materiali diversi: dalla pietra alla fusione in bronzo, dal legno alla ceramica fino alle resine plastiche.
Ogni materiale va trattato nel modo giusto, ha una sua vita, obbedisce a leggi proprie, che l’artista e l’artigiano sono chiamati a scoprire ogni volta che si mettono al lavoro.
Ogni materiale, messo alla prova, rivela continuamente aspetti nuovi e imprevedibili: noi non potremo mai dire di sapere tutto sul legno, su un pezzo di stoffa o su una carota: la scoperta è continua.
Teo Negri ha dedicato la sua vita a questo lavoro: perciò nessuno meglio di lui ci può dire cosa c’è dietro… LA MATERIA.
OGGI ospite in Cometa per il ciclo di incontri Cosa c’è dietro.. organizzati dalla Scuola Oliver Twist.
LUCA DONINELLI RACCONTA MATTEO
Lo abbiamo incontrato mercoledì 14 maggio nell’ambito della rassegna “Cosa c’è dietro” per parlare del rapporto che un artista (e allo stesso modo un artigiano) intrattiene con i materiali che usa.
Negri è un grande conoscitore dei materiali, avendoli usati nel proprio lavoro quasi tutti: dalla pietra al bronzo, dal legno alle resine plastiche, dalla ceramica all’acciaio.
Ogni materiale vive la sua vita, ha il suo carattere, entra in rapporto con l’uomo in un modo tutto suo, che richiede all’artista la pazienza della conoscenza, un sapere che si forma sempre dentro l’esperienza.
L’artista non può obbligare la materia a fare tutto quello che lui vuole: l’opera deve fiorire dall’interno della materia: il massimo di creatività coincide insomma con il massimo di obbedienza.
Solo così il “fare” comincia a raggiungere il proprio scopo vero, che non è quello di produrre oggetti impeccabili ma di realizzare un’unità tra quello che facciamo e quello che siamo.
Chi quest’anno ha lavorato bene – come per esempio i ragazzi che hanno realizzato i tavoli per il Salone del Mobile – ha potuto meglio apprezzare il valore educativo e di testimonianza di questo incontro.
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